sabato 23 maggio 2009

LETTERA APERTA

24 MAGGIO 1915
L' ITALIA PARTECIPA ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE E LA SICILIA PIANGERA' IL MAGGIOR NUMERO, IN ASSOLUTO ED IN PERCENTUALE,
DI CADUTI




Ricorre l'anniversario dell'entrata in guerra dell'Italia in quella che fu definita la PRIMA GUERRA MONDIALE o la GRANDE GUERRA, avvenuta appunto il 24 maggio del 1915.A conflitto mondiale già iniziato e- pare- su pressioni ben "oleate" di alcune Potenze dell'epoca.

Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu - "Sicilia Indipinnenti" ricordano quell'evento con consapevolezza ed anche con indignazione. Soprattutto perchè la più alta percentuale di morti la ebbe proprio la Sicilia. Nonostante il fatto che era la "Regione" più lontana dalle linee di combattimento. I più grandi vantaggi li ebbero, invece, le industrie del Nord-Italia.
I Siciliani morti furono 65.000 e forse anche di più se si considerano i decessi avvenuti successivamente al periodo bellico per cause connesse alla guerra e spesso non riconosciute come tali...
Ricordiamo , dicevamo, con dolorosa e forte indignazione quei dati , anche perchè nessuno di coloro che sanno ne ha accertato o ne vuole accertare le motivazioni effettive.
Aggiungiamo che, - in numero assoluto ed in percentuale di Caduti,- ai Siciliani seguono i Sardi e- al terzo posto- i Soldati delle Aree geo-politiche che avevano fatto parte del Regno delle Due Sicilie ( del cosiddetto " Mezzogiorno" sostanzialmente) .
Si è trattatato di una fatalità o di una scelta predeterminata ? Anche su questo tragico e particolare aspetto del problema( sul quale abbiamo pure i nostri convincimenti e sospetti) chiediamo quindi VERITA' E GIUSTIZIA dalle fonti ufficiali.E dalle Istituzioni competenti per materia.

***************************************************
Una richiesta, quella della verità VERITA' e della GIUSTIZIA, che i Partiti Politici e la Classe Politica dominanti nonchè la maggior parte delle Istituzioni (rappresentative e non) tendono ad eludere. Anzi a soffocare ; come peraltro dimostra l'imperversare, il più delle volte offensivo ed intollerabile, delle favole e dei "miti" garibaldino-risorgimentali, del tutto avulsi dai fatti realmente accaduti, che vengono usati non solo per cancellare la MEMORIA STORICA dei Popoli del SUD e del Popolo Siciliano ma anche per DISTOGLIERE gli stessi Popoli da quelli che sono i veri problemi di Oggi e da quelli del nostro Domani. Ci negano, in altre parole, il Diritto all'avvenire. Incuranti della circostanza che gli altri Popoli dell'Europa, del Mediterraneo e del Mondo ci guardano con sempre maggiore attenzione e talvolta anche con solidarietà. E sembra proprio che attendano il nostro RITORNO nei Consessi Internazionali , che peraltro hanno la loro ragion d'essere nella nostra antica Civiltà e dai quali siamo esclusi a causa della nostra CONDIZIONE COLONIALE.
****************************
Un altro aspetto particolare dell'argomento in discussione, sul quale vorremmo fare subito chiarezza, è il seguente: noi Indipendentisti FNS siamo orgogliosi del valore, non disgiunto da umanità, che i NOSTRI SOLDATI hanno dimostrato sia nella Prima Guerra Mondiale, sia in tutte le altre Guerre che, anche se non condivise, sono stati, dopo il 1861, chiamati a combattere per conto dello Stato Italiano. E siamo altrettanto orgogliosi dei Soldati Siciliani e Meridionali che "oggi" ( anche questa volta più numerosi di gran lunga rispetto a quelli di altre Regioni e ne conosciamo i motivi... ) partecipano alle missioni umanitarie e alle missioni di pace in diverse parti del Mondo. O che, comunque, con identico spirito sono in servizio nelle Forze Armate Italiane, alle quali è pure dedicata la ricorrenza del 24 MAGGIO. Ognuno infatti mantiene intatti comunque la propria identità e quei principi di Civiltà e di Umanità che sono specifici del Rispettivo Popolo di appartenenza.
**********************************
Un'ultima considerazione: il rispetto dei Diritti , soprattutto il rispetto dei Diritti Fondamentali, non si implora nè se ne delega l'applicazione a quanti hanno l'interesse di soffocare quei Diritti e tutti gli altri Diritti.
E' un "rispetto" che si deve pretendere e conquistare, con metodi democratici e non violenti. Ma con coraggio,con determinazione,con continuità e con consapevolezza. E certamente anche nell'ambito di un progetto più ampio di riscatto e di rinascita.

Palermo 23 maggio 2009.

Giuseppe SCIANO'
Segretario Politico FNS
sciano
giuseppe@libero.it

giovedì 21 maggio 2009

VENIAMO DA LONTANO...

ECCOVI UNA DELLE FOTO CHE IL BLOG DEL SEGRETARIO SCIANO' ( http://sciano-separatistivecchiaguardia.blogspot.com/)RIPROPONE INSIEME AD UNA SERIE INTERESSANTISSIMA DI MATERIALI CHE PERMETTONO A TUTTI NOI DI RICOSTRUIRE CON GIUSTO ORGOGLIO LA STORIA MILITANTE E LUNGIMIRANTE DEL NOSTRO PARTITO: 'U F.N.S.


giovedì 14 maggio 2009

Biroli, "l'esploratore" ovvero "Aspettando Godot"

Riportiamo la notizia apparsa giovedi 14 maggio nell'edizione di Trapani de "La Sicilia" secondo cui l'Ammiraglio Federico Biroli è stato incaricato dal Ministro Matteoli per verificare se esistono le condizioni per il ripristino dell'Autorità Portuale o istituire una Autorità Portuale di sistema che coinvolga altri porti oltre quello di Trapani. Ragion per cui è stato definito "esploratore".
L'articolo lascia, inoltre, trapelare il fatto che l'incarico vero sia più quello di consulente del ministro per risolvere una faccenda delicata che si è complicata strada facendo.
Il 31 marzo scorso, infatti, l'Autorità Portuale è stata sciolta per ordine ministeriale con un decreto che avrebbe dovuto accompagnare la sua liquidazione. Ma come dice un noto adagio "un mese è una strana cosa"e in un mese molto può succedere, per cui all'automatismo del decreto sono scattate, sempre secondo l'articolo, le pressioni politiche sul ministro Matteoli che ha dovuto effettuare un "confronto" con la burocrazia per seguire un percorso che non ha precedenti. Da qui l'incarico esplorativo all'ex comandante della Capitaneria di Porto. Sembra anche che Biroli lavorerà sul solco lasciato dal commissario liquidatore ammiraglio Lavaggi, occorrerà, quindi, verificare su quali risorse economiche l'Autorità Portuale attraverso diritti e concessioni potrà contare.
La linea del governo è che l'ente deve avere la forza di reggersi sulle proprie gambe. Il decreto - secondo il sen D'Alì che ha caldeggiato questa nomina - cita infatti di "verificare la sussistenza delle condizioni di ordine economico, sociale e politico per l'eventuale ricostruzione della Autorità portuale di Trapani, anche sotto forma di Autorità portuale di sistema".
Se Biroli riscontrerà queste condizioni, "il Governo - spiega il sen.D'Alì - procederà alla revisione del decreto di scioglimento del 5 ottobre 2007. Speriamo che la nomina rappresenti il primo passo per recuperare il guasto portato dal precedente governo. Il mandato "esplorativo" - prosegue D'Alì - non è limitato ad una verifica poichè il decreto specifica che nell'espletamento dell'incarico, l'ammiraglio Federico Biroli, riferirà al ministro e formulerà ipotesi propositive sui vari aspetti oggetto dell'incarico".
Al piede dell'articolo la consueta soddisfazione dei politici di turno, per l'occasione Marrocco, Poma e Maurici, che felici e contenti decantano chi le lodi per la trovata sull'Autorità Portuale di Sistema, chi le lodi del senatore per l'insperata riapertura del caso e per lo sviluppo sociale ed economico del territorio e chi le lodi dell'ammiraglio per la competenza e la determinazione mostrata dal 26 maggio del 1996 all'11 settembre del 1997 quando fu comandante della Capitaneria di porto.

Detta così, sembrerebbe una di quelle buone notizie finalmente liberatorie che rassicurano su un ipotetico scenario di un futuro sviluppo economico che può avere risvolti positivi anche sul piano sociale e politico in tutto il territorio interessato.

Per noi Indipendentisti Trapanesi du Frunti Naziunali Sicilianu - Sicilia Indipinnenti (Fronte Nazionale Siciliano - Sicilia Indipendente) questa è una di quelle storie che evocano il più sottile surrealismo di Samuel Beckett (Premio Nobel 1969) noto narratore, saggista ma soprattutto commediografo irlandese in lingua francese, uno degli autori più noti e discussi del teatro d'avanguardia con Jonesco e Adamov; i suoi drammi - quasi tutti atti unici - sono improntati ad un totale amarissimo pessimismo. Una delle sue opere più conosciute "Aspettando Godot" venne scritta negli anni Quaranta e pubblicata nell'epoca post-bellica. Il teatro dell'assurdo è conosciuto per i dialoghi privi di significato, ripetitivi e capaci di suscitare ilarità nel pubblico a dispetto del dramma vissuto sulla scena dagli interpreti. Aspettando Godot è una tragi-commedia dominata dall'incomunicabilità e dalla crisi di identità degli uomini che vivono una vita nella totale assenza di scopo e di significato. La genialità dell'autore dipende dalla trovata dell'assenza del protagonista intorno a cui tutto ruota in funzione dell'attesa.

Due vagabondi Estragone e Vladimiro, sotto un albero, lungo una via di campagna, attendono un tale Godot di cui non è chiara l'identità e sono vaghi anche l'ora e il luogo dell'appuntamento. Nonostante tutto i due confidano sulla speranza che una volta arrivato Godot, li ospiterà nella sua casa, darà loro da mangiare e li farà riposare in un comodo giaciglio. Nel frattempo passa il proprietario terriero Pozzo con il suo servitore Lucky al guinzaglio e qui si sofferma a scambiare due chiacchiere con loro. Estragone e Vladimiro sono combattuti tra la curiosità per l'atteggiamento del padrone Pozzo e la perplessità per la condizione miserevole del servo Lucky. Dopo un litigio provocato dal monologo del servo, Pozzo e Lucky riprendono il cammino. Al calar della sera Godot non è ancora arrivato. E' però giunto il suo messaggero, con le scuse, dicendo che in serata godot non potrà arrivare, ma lo farà sicuramente il giorno successivo. I due piombano nello sconforto meditando persino il suicidio, pensano poi di andar via, ma decidono di restare.
Fine del primo atto.
Il secondo si svolge nello steso identico modo. Due tizi aspettano un tale che non arriva.
Sull'identità di Godot e sulle sue numerose interpretazioni non intendiamo soffermarci anzi preferiamo, almeno su questo, lasciare lavorare la vostra immaginazione. Del resto, anche Beckett non ha mai fornito sufficienti delucidazioni su questo dilemma, piuttosto diceva sempre: "se avessi saputo chi è Godot lo avrei scritto nel copione". Certo è che l'attesa di Estragone e Vladimiro è l'attesa per antonomasia, l'attesa inappagata e inappagabile, qualcosa che viene alimentato da ciò che non succederà.
La genialità di quest'opera, pur nella sua rarefazione intellettuale, prende forza da quegli elementi che potrebbero sembrare i punti di debolezza: dall'inconcludenza dei suoi dialoghi, dai suoi silenzi, dai suoi momenti di pausa, dalla prevedibilità dell'azione teatrale, dalla sobrietà del linguaggio che de-costruisce e costruisce per sottrazione senza mai banalizzarlo. Anzi si può affidare a questa sublimazione linguistica l'annichilimento della comunicazione di pensiero, la difficoltà di abbattere le barriere costruite da una comunicazione sempre più complessa, l'assurdo paradigma del non senso.
Ora, quando cose di questo genere succedono in una tragi-commedia di Samuel Beckett diventano opera d'arte, elaborazione culturale, occasione di studio per speculazioni filosofiche o intellettuali.
Quando succedono nella realtà assumono la connotazione del ridicolo teatrino settecentesco i cui patetici interpreti sono gli eunuchi giulivi della politica, dell'impotenza intellettuale, dell'ignoranza incrementale elevata all'incapacità di una visione complessiva delle problematiche generali per la totale assenza di un idea precisa dei contesti territoriali siciliani, su cui si continua a vagheggiare secondo logiche disarticolate, nella migliore delle ipotesi, quando non sussistono veri e propri interessi personali.
Ecco questi sono quei casi in cui ci tocca subire il deprimente spettacolo delle auspicate cariche ispettive, camuffate da visite esplorative pseudo imposte per studiare problemi, valutare condizioni, formulare ipotesi... e così via.
Dopo tutto attori e spettatori possono pur sempre applaudire e battere le mani..., applaudire e battere le mani..., applaudire e battere le mani..., semplicemente "aspettando Godot!"

sabato 9 maggio 2009

FNS: FATALE LA DATA DELL'11 MAGGIO PER L' ANTICA , NOBILE E GLOROSA CITTA' DI MARSALA E PER LA SICILIA TUTTA."





A giudizio degli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu - "Sicilia Indipinnenti", i Siciliani tutti- ed i Cittadini di Marsala in particolare- dovremmo RICORDARE, ogni anno e ad ogni ricorrenza della data dell'UNDICI MAGGIO, due eventi dolorosi d’eccezionale gravità, meglio dire catastrofici. I " FATTI " ormai storici avvennero rispettivamente nel 1860 e nel 1943.
Il giorno 11 maggio del 1860 ebbe luogo infatti il tanto "celebrato" "SBARCO DEI MILLE" a Marsala. Uno sbarco "ASSISTITO" in modo arrogante e scandaloso dalla flotta militare Inglese, che unitamente a quella Piemontese comandata dall'Ammiraglio PERSANO, avevano seguito a debita distanza il lungo viaggio sin dalla partenza da Quarto, avvenuta, com'è arcinoto, il giorno cinque dello stesso mese. Mentre due navi britanniche erano già posizionate all'interno della rada del porto di MARSALA.

Si pensi al gran da fare che si diedero i rispettivi Commanders delle due grosse navi da guerra britanniche, appunto, che si chiamavano " ARGUS" ed "INTREPID"; si pensi al proditorio allontanamento della guarnigione militare duosiciliana spostata ad Agrigento dai generali traditori della Luogotenenza di Palermo al fine di agevolare ulteriormente lo "sbarco" stesso; si pensi ai "trakkiggi" della diplomazia britannica e degli imprenditori inglesi, che furono gli unici a festeggiare i Garibaldini e a dar manforte al sindaco e alla giunta, comunale di nomina borbonica, che, " obtorto collo", avevano cambiato in quello stesso istante casacca. In quella circostanza la cittadinanza tutta di Marsala, snobbando le manifestazioni ufficiali ( e pur sempre modeste) di benvenuto agli "invasori", dimostrarono grande dignità e coraggio, costringendo la numerosa ed autorevole comunità britannica ad uscire allo scoperto. Si pensi pure alle centinaia di navi mercantili con bandiera britannica che stazionavano nel porto per agevolare, a loro volta, lo "sbarco" impedendo a chiunque di sparare; si pensi al fatto, raccontato dagli stessi agiografi garibaldini, che anche sulle case e sugli stabilimenti enologici sventolavano le bandiere britanniche.

E si pensi- perchè no?- a quei circa quattrocento garibaldini che avevano viaggiato sul piroscafo "LOMBARDO" e che riuscirono a"sbarcare" a Marsala soltanto perchè furono presi in braccio, come pacchi postali , e portati sulle barche , dagli operai di una Casa Vinicola inglese. Il glorioso piroscafo LOMBARDO era, infatti, imprevedibilmente e maldestramente rimasto "incagliato" nelle secche esistenti nella rada del porto di Marsala...A questo proposito inseriamo un dettaglio di carattere puramente psicologico.

Gli AGIOGRAFI del Risorgimento Italiano e gli APOLEGETI dell'Impresa dei Mille dimenticano spesso e volentieri che MARSALA, nel 1860, possedeva al suo interno il più grande POLO VITIVINICOLO DEL MONDO e non era quindi la landa desolata che gli stessi AGIOGRAFI ed i PITTORI che, - retrodatando i loro quadri propagandistici, - ci vogliono far credere.
Tornando alla cronaca, si pensi al fatto gravissimo che -alle navi duosiciliane- fu proibito ed impedito dagli Ufficiali di Sua Maestà Britannica di sparare sui piroscafi garibaldini in forza di una situazione artatamente creata dagli stessi Inglesi. I quali ultimi si avvalevano delle clausole di un trattato imposto dal Governo inglese al Re Ferdinando II° nel 1849, proprio per consentire e legittimare le interferenze militari britanniche anche nei Porti del Regno delle Due Sicilie.
E si pensi infine che sulle porte e sulle finestre delle abitazioni vi erano piazzati grossi cartelli con la scritta a caratteri cubitali <<>>.

Altro che rivoluzione filo-italiana, filo-sabauda e filo-garibaldina !!!!
Una precauzione, questa dei cartelli, che nella città di Marsala ebbe l'effetto di evitare i saccheggi dei "LIBERATORI", ma che non avrebbe funzionato altrettanto bene negli altri Centri abitati e Città della Sicilia. La iniziativa , che ovviamente lasciava trasparire il terrore che aveva colto le famiglie siciliane, dimostrava comunque che i Siciliani avevano ben capito che era proprio il Governo di Londra, il vero "mandante " delle operazioni in corso. E che lo stesso Governo controllava ogni minimo particolare con complici che, sullo sfondo,dirigevano e talvolta eseguivano direttamente il copione della TRAGICOMMEDIA della conquista del SUD e,intanto, della Sicilia.
Dopo poco tempo, la Cittadinanza tutta di Marsala sarebbe stata sottoposta a violenze e a rappresaglie , sia da parte del governo dittatoriale garibaldino sia da parte del successivo Governo "Piemontese". Di tali violenze, con le quali si violavano sistematicamente i Diritti Umani, esistono testimonianze inoppugnabili anche agli atti del Parlamento Italiano.
Che dire di più per la ricorrenza del 149° anniversario?
Ci limitiamo a puntualizzare che, con quello "sbarco", la Sicilia diventò una "colonia" al servizio dell'Imperialismo interno delle Regioni del NORD su quelle del SUD. Le mortificazioni, il lavaggio del cervello, l'alienazione culturale e la subordinazione culturale e politica, la meschina accettazione di una mitologia falsa e bugiarda che SOSTITUISCE ed occulta una bruttissima verità storica non possono durare a lungo. Fenomeni negativi, questi, paragonabili talvolta agli effetti della sindrome di Stoccolma, che, come abbiamo cercato di dire , hanno avuto un inizio, non casuale, perchè promossi da una serie di fatti internazionali pilotati dalla Gran Bretagna che all'epoca era la più grande Potenza del Mondo. Questi fenomeni avranno- dovranno avere- una fine. E l'avranno quando noi Siciliani avremo nuovamente acquisito la consapevolezza di noi stessi e della nostra identità. Nonché del nostro diritto di tornare nei Consessi Internazionali dai quali siamo stati esclusi a causa della nostra condizione coloniale. A condizione però che sia prima recuperato la nostra memoria storica .

Ricordiamo ora che l'UNDICI MAGGIO DEL 1943 avvenne un' altra catastrofe. La Città di Marsala fu spietatamente oggetto di un bombardamento aereo a tappeto da parte dell'AVIAZIONE MILITARE degli Alleati, che come abbiamo già detto in altre occasioni ,intensificò la propria azione distruttiva, anche nei confronti dei centri abitati,- e talvolta ai soli fini terroristico-dimostrativi, in previsione dello "SBARCO" che sarebbe avvenuto di lì a poco sulle coste siciliane. Morirono,in quella circostanza, MILLE MARSALESI. Furono distrutte centinaia di case e di palazzi, furono distrutte o danneggiate opere d'arte di inestimabile valore. Quelle povere VITTIME ,che rappresentano la SICILIA MARTORIATA per guerre e per interessi non sempre coincidenti con quelli del Popolo Siciliano, dovrebbero essere ricordate meglio e con maggiore senso di partecipazione.

Palermo, 9 Maggio 2009





IL SEGRETARIO POLITICO FNS
(Giuseppe SCIANO')
<<
scianogiuseppe@libero.it >>

venerdì 1 maggio 2009

"Lo sbarco fu a Marsala, che c'entra Trapani?"

E' il titolo di un articolo pubblicato giovedi 30 aprile nell'edizione di Trapani de "La Sicilia" riguardo alla polemica sulle celebrazioni per il "150° anniversario dello sbarco dei Mille" da celebrare nel maggio 2010.
Nell'interrogazione al Presidente Turano fatta dai consiglieri provinciali Edoardo ALESSI e Ignazio PASSALACQUA con lectio facilior spiegano che "è storicamente provato che la spedizione dei Mille partì da Quarto con meta Marsala, luogo dell'effettivo sbarco" e come la "spedizione di Garibaldi" rappresenti "una delle pagine più importanti del Risorgimento Italiano e della Storia del nostro Paese perchè emblema e punto di partenza dell'Unità d'Italia".
Dopo questo lemma, viene sottolineato il fatto che la Provincia ha stipulato un accordo contrattuale con la società inglese "Tall Schips International Limited" per ospitare una manifestazione velica denominata "The Garibaldi Tall Schips Regata 2010". L'evento consisterà in una competizione velica, che avrà luogo tra Genova e Trapani.
Viene inoltre puntualizzato che per tale evento l'amministrazione provinciale "ha stanziato in bilancio la cospicua somma di 400.000 euro".
I due "improvvidi professori di storia" si spingono perfino sul difficile terreno del revisionismo storico, paventando "una riscrittura fantasiosa della Storia Risorgimentale e un affronto alla città di Marsala che nel 1860 accolse l'eroe dei Due Mondi, il quale, da lì cominciò la spedizione che si concluse con l'Unità d'Italia".
Conclusa la svenevole lezioncina, Alagna e Passalacqua chiedono "quanto il Presidente della Provincia intende relazionare sulla presunta manifestazione velica del 2010, quali iniziative intende intraprendere per la realizzazione di tale evento e quali sono le ulteriori iniziative che si intende intraprendere per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia".
L'articolo si chiude con le rassicurazioni in aula del Presidente Turano, in cui spiega che Trapani ha un porto idoneo all'attracco di importanti velieri e che Marsala sarà assoluta protagonista di tutte le manifestazioni.

Noi Indipendentisti Trapanesi du "Frunti Naziunali Sicilianu - Sicilia
Indipinnenti" (Fronte Nazionale Siciliano - Sicilia Indipendente) non intendiamo soffermarci, in questa sede, sui fatti storici realmente accaduti ma invitiamo, con l'umiltà e l'onestà intellettuale che possiamo, tutti i membri del Consiglio Provinciale compreso il Presidente ad approfondire questo delicatissimo capitolo della nostra storia che ha visto i siciliani "protagonisti in salita" di un dificile percorso di oppressione lungo 150 anni che storici e studiosi anche internazionali, accreditati presso le più prestigiose Universita' del Mondo, scrivono e riconoscono in interessanti e recenti pubblicazioni.
Con questo nulla intendiamo togliere alle gloriose e prestigiose città di Marsala e Trapani, che hanno versato il loro contributo alla "Causa Siciliana" e meritano certo le più eccellenti luci della ribalta internazionale ma, di sicuro, non auspichiamo che debbano essere declassate con manifestazioni di quart'ordine che per di più nulla hanno a che vedere con la veridicità dei fatti storici, per cui del tutto inopportune anche sul piano simbolico.
Attenzione, quindi, alle mistificazioni storiche tanto tossiche quanto i festeggiamenti per la celebrazione di "finte rivoluzioni fatte da finti eroi".
La verità storica è imprescindibile dall'evoluzione sociale e di pensiero di un popolo che vuole essere libero perchè nato libero.
Riteniamo che in leziosi e stucchevoli minuetti di questo tipo e nel cinico buonismo o anche nella buona fede di una certa politica "low cost", si annida spesso il tarlo di una perversa sub-cultura priva di memoria storica e di progettualità politica dagli effetti devastanti non solo per noi siciliani di oggi ma soprattutto per le generazioni future a cui si rischia di trasmettere il "virus geneticamente modificabile" di una schiavitù culturale e intellettuale che potrebbe irretirle per chissà quanti anni a venire.
Per questo è un preciso dovere di noi tutti, a prescindere dal ruolo sociale che ci compete o interpretiamo, restituire la verità storica al Popolo Siciliano che deve attrezzarsi per costruire un consapevole percorso di libertà e indipendenza, finalmente libero dall'ingannevole retorica risorgimentale, tirata a lucido, in occasione delle grandi ricorrenze e degli anniversari.
Esprimiamo infine il nostro biasimo per il collaborazionismo strisciante della classe politica, da qualunque parte provenga, che tradendo la verità dei fatti storici tradisce il prprio popolo, la propria storia, la propria dignità.

In occasione della festività del 1° Maggio auguri sinceri a tutte le lavoratrici e i lavoratori con l'auspicio di un futuro prospero e pieno di ogni bene.