domenica 11 ottobre 2009

"Un ponte fra le nuvole"

Esprimiamo il nostro cordoglio e la nostra solidarietà alle famiglie delle vittime di Giampilieri e Scaletta Zanclea per i fatti accaduti il primo ottobre scorso.
Di fronte a catastrofi di questo tipo non si può non cedere all'amarezza e al rammarico per una disgrazia annunciata.
Ancora una volta ci tocca constatare che quando la politica è cieca e sorda di fronte alle necessità del proprio territorio, la natura è sempre pronta ad aggredirne la vulnerabilità.
Superata l'emergenza si comincerà a cercare inanzituto i responsabili in modo da individuare subito a chi dare la colpa.
Poi nell'arco di qualche settimana tutto verrà dimenticato così come già accaduto.
Il territorio siciliano, come del resto il territorio calabro mancano di un piano idrogeologico, probabilmente, perchè considerato superfluo o per usare un eufemismo non prioritario rispetto allo sviluppo di entrambi.
Nel frattempo c'è chi si agita per dare inizio alla "vera priorità" la costruzione del ponte. Una macchina diabolica, un'opera decontestualizzata, fuori scala che vìola la straordinaria bellezza dei due lembi di terra tra Scilla e Cariddi con una violenza di una tale barbarie paragonabile ad un vero e proprio stupro.
Per non parlare della beffa che nessuna delle due realtà territoriali potrà alla fine avvantaggiarsene lasciando irrisolte le problematiche di sempre.
Ora lontani dall'esser cinici, se non altro per rispetto alle povere vittime di cui alcune ancora disperse, il solo pensiero di affogare quei due piloni di cemento (quattrocento metri di altezza ciascuno) in zone particolarmente franose - secondo gli esperti il versante calabro risulta ancora più friabile e pericoloso - non deve far trascorrere notti tranquille nè ai progettisti, nè ai costruttori, nè ai finanziatori, nè tanto meno agli stessi "pontisti" che nella fredda solitudine mortale sognano ancora sospesi all'idea di "un ponte fra le nuvole".