domenica 6 maggio 2012

QUANDO LA NOTTE E' QUASI COMPIUTA



Quando la notte è quasi compiuta

e l'alba così vicina
che possiamo toccare gli spazi,
è tempo di ravviarsi i capelli
e preparare le fossette del riso
e stupirsi di aver dato importanza
alla vecchia mezzanotte svanita
che ci impaurì solo un'ora


Dedichiamo questa celebre poesia di Emily Dickinson a quanti in questo momento di grave difficoltà economica si trovano soli nello sconforto e nello scoramento per essere stati legati al cappio di un fisco ingiusto e strozzino che oltre a sovraccaricare di oneri i soggeetti colpiti, non li mette nelle condizioni di lavorare per ripagare i propri debiti, contravvenendo al diritto del debitore di concordare il proprio debito pregresso partendo dal debito iniziale (sancito da una sentenza della Corte Costituzionale) e non viziato dall'aggio esattoriale che arriva a quintuplicare e a decuplicare il debito di partenza.
Quando qualche anno fa postammo in questo blog due contributi intitolati:"Un esercito di Pignorati" (venerdì 24 aprile 2009) e "La congiura dei mediocri" (mercoledì 18 novembre 2009) a proposito del "faustiano" sistema, messo a punto dallo Stato Italia, per la riscossione dei tributi, alcuni hanno potuto pensare che stavamo dalla parte degli evasori fiscali.
Oggi che la contabilità dei suicidi conferma un malessere sociale già individuato a suo tempo, possiamo definire più che diabolico, criminale il torchio fiscale studiato ad arte dallo stato italiano per asfissiare i piccoli imprenditori e regolarizzare la posizione fiscale dei grandi evasori con scontistiche dedicate e costruite caso per caso in base alla popolarità o peggio ancora con mini multe per il rientro dei capitali scudati.

Trovare una via d'uscita a questa drammatica situazione è una necessità non ulteriormente rinviabile.
Occorre, immediatamente, svincolare gli imprenditori siciliani dai tassi d'usura applicati dall'attuale sistema di riscossione dei tributi, rilanciare l'imprenditoria siciliana, in questa difficilissima fase economica, consentendole l'accesso al credito agevolato e assicurare il salario minimo garantito a chi si trova senza lavoro con la vendita dei beni confiscati alla mafia.

giovedì 23 febbraio 2012

STORIA DI UNA GABBIANELLA E DEL GATTO CHE LE INSEGNO' A VOLARE

Uno stormo di gabbiani sorvola la foce del fiume Elba. All'improvviso il gabbiano di vedetta annuncia la vicinanza di un banco di aringhe facilmente afferrabili, e tutti lo seguono in uno spericolato tuffo in acqua. Tra loro si libra Kengah, una gabbiana dalle penne argentate che durante la pesca viene investita da un'ondata di petrolio. A stento riesce a sollevarsi in volo e a raggiungere Amburgo dove, stremata dalla fatica, precipita su di un balcone e, prima di morire, affida a un gatto nero, Zorba, il proprio uovo appena deposto. Alla gabbiana morente Zorba, tra non poche perplessità, fa tre promesse: di non rompere l'uovo, di non mangiarlo e di insegnare a volare al nascituro.
Dall'uovo, covato dal gatto, nasce la gabbianella Fortunata che viene amorevolmente accudita da Zorba e dai suoi amici Colonnello, Segretario, Diderot e Sopravento, gatto di mare, ai quali spetta anche il compito di proteggerla dalle insidie degli esseri ostili , come i ratti.
Nonostante i loro sforzi la gabbianella, che è convinta di essere un gatto, non riesce a volare. I gatti decidono allora di compiere un gesto estremo: parleranno a un umano, un poeta che ha una gatta, Bubbolina, che si occupa di organizzare l'incontro. Il poeta porterà Fortunata sul campanile più alto di Amburgo, e da lì la gabbianella si lancerà nel vuoto, riuscendo finalmente a spiccare il volo.

Il romanzo di Luis SEPULVEDA è la metafora di come si forma la coscienza e l'identità di un individuo: la formazione di Fortunata, ma anche dei suoi "educatori", un gruppo di gatti e un umano che sono stati legati a lei dal caso. Fortunata, di nome e di fatto, è una profuga e un'emarginata o anche una smemorata; è stata abbandonata dal destino in un luogo potenzialmente ostile, dove non c'è nessuno della sua comunità di origine disponibile per aiutarla. Nonostante tutto trova accoglienza, amore e attenzione per la sua crescita.
Coloro a cui deve la vita dedicano a lei una parte importante della propria, accettando anche che la sua formazione si concluda con il distacco. Il romanzo suggerisce una riflessione sulla solidarietà e sul fatto che alla comprensione è opportuno coniugare anche l'impegno al rispetto, alla tolleranza, all'apertura verso la "diversità", in modo da impedire dinamiche di isolamento e di emarginazione.
Il contributo per un lieto fine è dato dalla cooperazione di tre specie di esseri viventi: un uccello, dei gatti e un uomo.
Un altro motivo di riflessione è quello di un'educazione all'internazionalità, che alimenti nelle nuove generazioni, e nell'opinione pubblica, oltre ad un forte richiamo verso la propria identità, la percezione di appartenenza ad una comunità internazionale libera da frontiere ideologiche, e che possa contribuire, di conseguenza, a incrementare la cooperazione e l'amicizia tra popoli differenti ma con pari dignità.

Che la Sicilia possa spiccare presto il proprio volo e i siciliani realizzare pienamente il proprio progetto di indipendenza, per il riscatto e la prosperità di tutti noi e di quelli che verranno.