giovedì 23 febbraio 2012

STORIA DI UNA GABBIANELLA E DEL GATTO CHE LE INSEGNO' A VOLARE

Uno stormo di gabbiani sorvola la foce del fiume Elba. All'improvviso il gabbiano di vedetta annuncia la vicinanza di un banco di aringhe facilmente afferrabili, e tutti lo seguono in uno spericolato tuffo in acqua. Tra loro si libra Kengah, una gabbiana dalle penne argentate che durante la pesca viene investita da un'ondata di petrolio. A stento riesce a sollevarsi in volo e a raggiungere Amburgo dove, stremata dalla fatica, precipita su di un balcone e, prima di morire, affida a un gatto nero, Zorba, il proprio uovo appena deposto. Alla gabbiana morente Zorba, tra non poche perplessità, fa tre promesse: di non rompere l'uovo, di non mangiarlo e di insegnare a volare al nascituro.
Dall'uovo, covato dal gatto, nasce la gabbianella Fortunata che viene amorevolmente accudita da Zorba e dai suoi amici Colonnello, Segretario, Diderot e Sopravento, gatto di mare, ai quali spetta anche il compito di proteggerla dalle insidie degli esseri ostili , come i ratti.
Nonostante i loro sforzi la gabbianella, che è convinta di essere un gatto, non riesce a volare. I gatti decidono allora di compiere un gesto estremo: parleranno a un umano, un poeta che ha una gatta, Bubbolina, che si occupa di organizzare l'incontro. Il poeta porterà Fortunata sul campanile più alto di Amburgo, e da lì la gabbianella si lancerà nel vuoto, riuscendo finalmente a spiccare il volo.

Il romanzo di Luis SEPULVEDA è la metafora di come si forma la coscienza e l'identità di un individuo: la formazione di Fortunata, ma anche dei suoi "educatori", un gruppo di gatti e un umano che sono stati legati a lei dal caso. Fortunata, di nome e di fatto, è una profuga e un'emarginata o anche una smemorata; è stata abbandonata dal destino in un luogo potenzialmente ostile, dove non c'è nessuno della sua comunità di origine disponibile per aiutarla. Nonostante tutto trova accoglienza, amore e attenzione per la sua crescita.
Coloro a cui deve la vita dedicano a lei una parte importante della propria, accettando anche che la sua formazione si concluda con il distacco. Il romanzo suggerisce una riflessione sulla solidarietà e sul fatto che alla comprensione è opportuno coniugare anche l'impegno al rispetto, alla tolleranza, all'apertura verso la "diversità", in modo da impedire dinamiche di isolamento e di emarginazione.
Il contributo per un lieto fine è dato dalla cooperazione di tre specie di esseri viventi: un uccello, dei gatti e un uomo.
Un altro motivo di riflessione è quello di un'educazione all'internazionalità, che alimenti nelle nuove generazioni, e nell'opinione pubblica, oltre ad un forte richiamo verso la propria identità, la percezione di appartenenza ad una comunità internazionale libera da frontiere ideologiche, e che possa contribuire, di conseguenza, a incrementare la cooperazione e l'amicizia tra popoli differenti ma con pari dignità.

Che la Sicilia possa spiccare presto il proprio volo e i siciliani realizzare pienamente il proprio progetto di indipendenza, per il riscatto e la prosperità di tutti noi e di quelli che verranno.

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