venerdì 13 agosto 2010

"VERO OBIETTIVO E FALSO SCOPO": IL MORTAIO DEGLI INCAPACI

L'ultimo post pubblicato sul blog de LA QUESTIONE SICILIANA intitolato "FNS: IL NOSTRO MODO DI INTENDERE L' AZIONE POLITICA E DEMOCRATICA INDIPENDENTISTA", ci suggerisce lo spunto per raccontare una breve e sintetica spiegazione (che ci venne fornita in tempi non sospetti a Bagheria da un mortaista in congedo) sulla modalità di funzionamento del colpo di mortaio. Il mortaio è un'arma da fuoco micidiale utilizzata nei reparti di artiglieria pesante e che pare a molti sconosciuta, essendo vagamente nota per il nome (mortaio) e non per le particolari e notevoli prestazioni. Cercherò sia pur brevemente e, nella speranza che non me ne vogliano i mortaisti per le eventuali imprecisioni, di riportare quanto mi ricordo. La parola mortaio insieme ad un attrezzo in bronzo chiamato pestello che serve per frantumare e polverizzare fornisce già l'idea di quanto pericolosa può rivelarsi questa macchina da fuoco. Come la gran parte delle armi da fuoco, il mortaio utilizza l'energia cinetica del gas che si sprigiona con la combustione dell'esplosivo contenuto nella canna a cilindro cavo (bocca da fuoco) che spinge il proiettile verso l'obiettivo da abbattere. Il mortaio non ha un tiro dritto, ma un particolare tiro a parabola che lo rende molto temuto in battaglia dal momento che oltre a superare grandi ostacoli come le montagne, non consente al nemico di trovare riparo. Per questo gli esperti sostengono che è un'arma a "puntamento indiretto", nel senso che il bersaglio non è mai visibile dalla stessa arma. Questo puntamento indiretto fa assumere alla linea di mira una traiettoria, rispetto alla bocca di fuoco, da far risultare l'arma puntata ("collimata") su un altro punto qualsiasi, una torre, un campanile, un albero detto "falso scopo" scelto dal mortaista e dai manovratori. La traiettoria del proiettile disegna così, nel vuoto, una parabola concava verso il basso. Esiste, infatti, una equazione di matematica balistica che delinea questa traiettoria, determinando angolo di partenza, angolo di caduta, velocità iniziale, velocità di caduta e via dicendo. Gli esperti ritengono che la gittata massima è a 45° e la gittata minima non deve scendere sotto gli 87°. A 90° il proiettile cade sulla perpendicolare al punto di lancio provocando il sicuro suicidio del malcapitato. Certamente risolvere il problema del tiro significa conferire ad un proiettile l'esatta velocità e la giusta direzione affinchè viaggiando nello spazio possa raggiungere "l'obiettivo vero".

E' stato fatto questo preambolo per ricordare a tutti gli indipendentisti ma, poichè troppo pochi, anche ai "finti indipendentisti" che tutti i mezzi possono essere utili se si conosce bene il funzionamento e si sanno adoperare e che spesso gli incidenti più gravi sono cagionati dal fuoco amico o peggio ancora "finto amico".

A tutte le siciliane e i siciliani che guardano con consapevolezza e benevolenza al passato, al presente e al futuro di questa rigogliosa terra un sincero augurio per la festività di FERRAGOSTO.